GERACE: CENNI STORICI
Testo di Pablo Rodriguez
Un tempo fiero comune libero d'Italia, tra i primi della penisola, Gerace ha ripetutamente difeso nei secoli scorsi la propria autonomia pagando il prezzo di numerose battaglie contro invasori turchi e normanni. Secondo la leggenda nel 915 i sopravvissuti ad una terribile invasione saracena su Locri, si trasferirono sotto la guida di uno sparviero, su un'altura e ivi fondarono Gerace. Da qui il nome alla città: lo stemma comunale della città rappresenta infatti un ierax (sparviero). Che gerace sia sempre stato un luogo ricco di sacralità lo dimostra anche il fatto che nel XVIII secolo nella città si contavano oltre sessanta chiese, otto conventi e diversi monasteri.
Suddivisa in cinque aree urbane (il Castello, la città, il Borghetto, il Borgo Maggiore e la Piana) Gerace e i suoi dintorni portano i segni di un'urbanizzazione che ha origini lontane nel tempo. Poco distante dall'attuale centro abitativo è infatti possibile visitare i resti di una necropoli che risale ad epoche diverse e che conserva tracce di tre periodi distinti. Sono state rinvenute nell'area archeologica ceramiche del IX secolo a.C. (riconoscibili per la particolare caratteristica ad impasto grezzo), corredi indigeni e di importazioni risalenti al VII secolo a.C. e prodotti di fattura greca e italiota datati al VII secolo a.C..
Cuore pulsante della città sin dai tempi antichi è senza dubbio la Piazza del Tocco, vero e proprio salotto dove gli abitanti sono soliti riunirsi nel tempo libero per godere dell'aria aperta. Sulla piazza si affacciano alcuni tra i più bei palazzi signorili della città, a cominciare da Casa Furci per continuare con Casa Migliaccio e l'abitazione storica del Barone Macrì. A due passi dalla piazza è possibile ammirare il Palazzo della Città un tempo sede dei feudatari della zona. Secondo l'etimologia del termine che dà il nome alla piazza ("tocco" deriverebbe dal greco "thòkos", che significa seggio, assemblea), lo spazio è da sempre eletto a luogo d'incontro cittadino. Secondo altri invece il termine "tocco" starebbe a significare "beretto" del magistrato e, stando a questa derivazione, Piazza del Tocco significherebbe Piazza di Giustizia. Per altri ancora "tocco" richiamerebbe il suono della campagna che a Gerace chiamava a raduno i membri del parlamento.
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